Teologo e uomo politico italiano. Entrato nei Gesuiti, fu professore di Teologia
dogmatica al Collegio Romano. Tra i maggiori sostenitori del dogma
dell'Immacolata Concezione, scrisse insieme a C. Schräder
De immaculato
Deiparae semper Virginis conceptu (1854-55). Costretto a uscire dall'ordine
per le sue idee liberali (1858), ottenne in seguito da Pio IX la
secolarizzazione e la cattedra di Filosofia della Sapienza. Nominato nel 1860
membro della congregazione per lo studio della questione romana, ebbe contatti
con Cavour, che intendeva servirsi di lui per la soluzione della controversia.
Sotto lo pseudonimo di
Ernesto Filarete pubblicò, nel 1861, il suo
Pro causa italica ad episcopos catholicos, invitando Pio IX alla rinuncia
spontanea del potere temporale. Nello stesso anno dovette rifugiarsi a Torino,
dove fu nominato professore di Filosofia morale e pubblicò, sempre sotto
lo stesso pseudonimo, altri quattro libelli. Strenuo lottatore contro il potere
politico della Chiesa, divenne una tra le più rappresentative figure del
liberalismo clericale italiano. Fu il fondatore a Torino del bisettimanale "Il
Mediatore" (1862-66) e del quotidiano "La pace" (1864). Sospeso
a
divinis, venne eletto deputato nel 1864. Tra le altre opere:
De
praerogativis B. Petri (1850),
Il pontefice e il principe (1860)
(Pieve di San Carlo, Lucca 1812 - Torino 1887).